Autore:nicolecaola

Ristorazione: Quel bonus di un’ora ancora poco sfruttato

La chiusura posticipata degli esercizi pubblici non spicca il volo In città ne hanno approfittato in dodici su quattrocentotrenta

Dal 15 giugno gli esercizi pubblici del Cantone hanno la possibilità di rimanere aperti fino alle 2: a Lugano finora non sono in molti ad averne approfittato. Al momento infatti solo dodici locali su quattrocentotrenta hanno richiesto il prolungamento dell’orario. Altri tre hanno deciso di provare con riserva. Ecco i primi riscontri.

La nuova legge sembra avere avuto un effetto limitato. Ma forse è ancora troppo presto per tirare le somme. FOTO Crinari

Chiudere un’ora più tardi? I ristoratori di Lugano sono scettici.
La revisione della Legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione (Lear) è in vigore dal 15 giugno: ai bar e ai ristoranti è permesso rimanere aperti fino alle due e alle discoteche fino alle sei il venerdì, il sabato e nei prefestivi (vedi scheda a lato). In città (i dati in nostro possesso sono aggiornati al 10 luglio) ad avere inoltrato la richiesta al Comune sono stati in dodici. E di questi – a differenza di quanto si potrebbe pensare – la stragrande maggioranza non si trova in centro (in piazza Riforma o in piazza Dante, le più battute dai turisti) o sul lungolago. Uno si trova in piazza Molino Nuovo, uno in viale Stefano Franscini, uno in via Francesco Borromini, uno in corso Pestalozzi, uno al Maghetti, uno in prossimità del parco Ciani, uno in via Ceresio, uno a Breganzona, uno in via Beltramina e uno in via Clemente Maraini. Poi ci sono i fast-food (McDonald’s ha chiesto il permesso per i suoi due ristoranti cittadini, Burger King avrebbe invece chiesto una prova). E in «prova» (al momento hanno inoltrato domanda soltanto per il periodo estivo) ci sarebbero anche un ristorante in piazza Cioccaro e un bar in piazza Rezzonico. Per un totale di quindici esercizi pubblici, considerato un totale di circa quattrocentotrenta locali nella Grande Lugano. Le opinioni riguardo l’efficacia della nuova legge, per quanto concerne la città di Lugano, divergono.

Pareri contrastanti

Abbiamo raccolto i pareri di due locali che hanno aderito all’iniziativa, due che per ora non ne hanno voluto sapere e di due che la stanno testando. La gerente del Böcc è soddisfatta del periodo di prova: «È un’iniziativa molto intelligente, che si presta bene al periodo estivo e alla nostra clientela, prevalentemente giovanile. Se attecchisce, posticiperemo la chiusura anche in inverno». Anche il gerente del Just Cafè (al Maghetti) ha riscontrato dei vantaggi: «Non pago più quei 50 franchi che prima erano necessari per ottenere un permesso speciale, e ho un’ora in più anche per le pulizie del locale. È una legge perfetta, che permette una buona elasticità». Il ristorante Cantinone, al contrario, non ha ancora tratto grandi benefici: «Per il momento è più la spesa che l’impresa. Ma non vogliamo essere negativi, abbiamo appena iniziato. Magari nelle prossime settimane andrà meglio». Neanche il ristorante Ciani Lugano ha registrato un incremento, ma resta positivo: «Abbiamo aderito da poco, e siamo coscienti che un effetto sarà visibile soltanto a medio-lungo termine: è in corso un lavoro di mutua consapevolezza, durante il quale gli abitanti di Lugano cominceranno a vivere la città in modo diverso. Questa legge è una grande opportunità, ma c’è ancora tanto da lavorare». L’Etnic e il Sass Café hanno invece deciso di non tenere aperto fino alle due. Il responsabile di sala dell’Etnic afferma che «al momento non ne ricaveremmo nulla. Negli ultimi anni il nostro locale è diventato prevalentemente un ristorante, e a una certa ora si svuota. Se l’iniziativa porterà più gente, più avanti valuteremo anche noi la chiusura posticipata, anche se probabilmente a beneficiarne maggiormente saranno i bar in centro Lugano». Il Sass Café, invece, non ritiene che valga la pena aderire, né adesso, né nel futuro. «Considerato che siamo un ristorante, e considerato quindi il tipo di clientela che abbiamo, i costi sarebbero maggiori dei guadagni».


I giovani del PPd sono soddisfatti: «È un buon inizio»

Intervista a Giovanni Albertini

«È un buon inizio». A parlare, in qualità di primo firmatario di Generazione Gio- vani (promotrice dell’iniziativa popolare «Ticino 3.0 – Bar aperti fino alle 3») è il consigliere comunale di Lugano (PPD)Giovanni Albertini. Alla domanda se le poche adesioni registrate finora a Lugano siano da interpretare come un fallimento, Albertini risponde: «Deluso? Anzi! Sono molto contento. Ad essere sincero mi aspettavo un inizio ancora più lento». Immedesimandosi in un gerente di un bar o di un ristorante afferma: «Probabilmente nemmeno io mi sarei annunciato immediatamente al mio Comune. Rimanere aperti un’ora in più comporta una riorganizzazione del proprio locale. Gli esercenti devono ancora prendere le misure: siamo in una fase di allestimento». Il consigliere comunale stima che debbano trascorrere almeno sei mesi prima di percepire i risultati concreti della nuova legge. «Molti bar di Lugano – dice Albertini – lavorano di più in inverno che in estate. Per questo motivo s’inizieranno a sentire i benefici dell’iniziativa più in là». Consapevole che l’inizio sarà impegnativo e che sarà necessario investire tempo e risorse in questo progetto, Albertini è sicuro di una reazione a catena, che pian piano vedrà coinvolti sempre più esercizi pubblici.


«Noi apprezziamo quest’iniziativa, è una grande opportunità per tutti»

Daniele Meni, presidente di GastroLugano e membro del CdA di GastroTicino, è assolutamente favorevole alla revisione della legge. L’Associazione aveva tra l’altro già supportato l’iniziativa popolare dei giovani PPD.

Finora sono pochi gli esercizi pubblici che sfruttano l’ora in più. Perché?
«Si sono registrati in pochi, ma questo non mi preoccupa: bisogna lasciar passare del tempo. Il bello di quest’iniziativa è che non c’è un termine entro cui annunciarsi al proprio Comune: ogni esercizio pubblico ha la possibilità di chiedere il prolungamento dell’orario quando più gli conviene».

Lei è anche esercente. Ha già annunciato il suo ristorante al Comune?
«Non ancora. Non abbiamo chiesto al Comune di rimanere aperti fino alle due perché noi lavoriamo molto di più nella stagione autunnale. Per questo motivo ci annunceremo a settembre».

Tra quanto tempo i ristoranti potranno secondo lei iniziare a beneficiare della modifica della legge?
«Per quanto riguarda i ristoranti, l’ora in più comincerà a fruttare in autunno: sono molti gli esercizi che hanno una clientela maggiore in questa stagione, durante la quale vengono organizzati numerosi banchetti, matrimoni, cene aziendali e via dicendo».

Alcuni gestori di ristoranti ritengono che l’iniziativa si presti meglio alle esigenze dei bar, piuttosto che alle loro. Cosa ne pensa?
«Sono sicuro che quest’iniziativa è un’ottima possibilità, che può essere sfruttata da tutti gli esercizi pubblici. Potrebbe convenire un po’ di più ai bar per quanto riguarda quella fetta di clientela che, prima della nuova legge, dopo mezzanotte veniva invitata ad uscire, mentre adesso può rimanere comodamente un’ora in più, e consumare ancora qualcosa. In generale, però, sono certo che tutti possano, a loro modo, usufruirne».

L’iniziativa presenta degli svantaggi?
«Fondamentalmente no, anzi! L’iniziativa offre soltanto servizi in più».


«Una novità positiva per Lugano,
ma che bisogna tenere sotto controllo»

Secondo Roberto Badaracco, municipale di Lugano (PLR) e titolare del Dicastero cultura, sport ed eventi, i locali potrebbero usufruire dei benefici della nuova iniziativa: come in ogni cosa va però trovato un giusto equilibrio.

Lugano può beneficiare della nuova iniziativa?
«Lugano possiede numerosi esercizi pubblici che potrebbero sfruttare questa possibilità di prolungamento d’orario. L’animazione in città è notevole e si organizzano numerose manifestazioni all’aperto, soprattutto durante il periodo estivo. Di questo potrebbero approfittare gli esercenti allungando l’orario di chiusura».

Se in molti potrebbero trarne beneficio, perché sono così pochi i locali che chiudono alle due?
«Credo che tanti stiano ancora valutando vantaggi e svantaggi di tenere aperto un’ora in più. Per loro si tratta di un calcolo economico fra spese di personale e introiti, e di fattibilità. Da qui le poche richieste giunte finora. Forse il tempo e le prime esperienze diranno se il nuovo orario di chiusura diverrà la regola o meno».

La nuova legge ha dei punti deboli?
«Gli svantaggi risiedono nel potenziale disturbo dell’ordine pubblico e della quiete notturna degli abitanti: occorre evitare emissioni sonore eccessive che disturbano chi vuole dormire. Inoltre un consumo eccessivo di alcol potrebbe avere conseguenze negative su alcuni avventori. Il tutto dev’essere quindi monitorato e tenuto sotto controllo. Vi è poi la questione dei locali notturni e delle discoteche che potrebbero patire una diminuzione della loro clientela. Anche questi giusti timori vanno tenuti in considerazione».

Ci sarà una svolta nel turismo luganese?
«A mio parere questa novità è sicuramente positiva per la vita in città e la sua godibilità notturna, soprattutto in estate. Chiaramente è rivolta ad un pubblico più giovane, disposto a fare tardi nel fine settimana e ai turisti che soggiornano in città. È una grande possibilità di socializzare e creare un indotto economico: ma, come in tutte le cose, dev’essere trovato il giusto equilibro».


LE TAPPE DELLA LEGGE
Dall’iniziativa popolare al gran Consiglio. Qui in breve le tappe della revisione della legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione (Lear).

7 AGOSTO 2015
Il movimento generazione giovani e i PPD, con Giovanni Albertini in qualità di primo firmatario, presenta l’iniziativa popolare «Ticino 3.0 – Bar aperti fino alle 3».

7 SETTEMBRE 2016
Il gran Consiglio costituisce un gruppo di lavoro col compito di proporre riflessioni a livello legale, pratico e procedurale.

27 FEBBRAIO 2017
Presentazione del controprogetto del Consiglio di Stato all’iniziativa popolare del 7 agosto 2015 promossa dal gruppo PPD: possibilità di chiusura degli esercizi pubblici alle 2 il venerdì, il sabato e nei prefestivi; possibilità di anticipare la chiusura fino ad un massimo di 2 ore rispetto all’orario notificato dal Comune; ampliamento dei permessi speciali, dai 15 giorni agli attuali 3 mesi.

11 APRILE 2017
Il Gran Consiglio approva il controprogetto del Consiglio di Stato.

15 GIUGNO 2017
Entra in vigore la revisione della legge.

Questo articolo è stato pubblicato sul Corriere del Ticino (CdT)